Paolo Galdieri / Intelligenza artificiale

Intelligenza artificiale

La visione dell'avvocato Paolo Galdieri, noto per la sua lunga esperienza in consulenza legale, combinata con le riflessioni dei giudici, supporta le questioni rilevanti sull'interpretazione e l'applicazione del codice penale in casi in cui l'intelligenza artificiale sia fortemente coinvolta.
intelligenza artificiale
Il reato

Cos’è l’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale (IA) è un campo dell’informatica che si occupa dello sviluppo di sistemi e tecnologie in grado di eseguire compiti che richiedono tipicamente l’intelligenza umana. L’obiettivo dell’intelligenza artificiale è creare macchine in grado di pensare, apprendere, ragionare, risolvere problemi e prendere decisioni in modo simile agli esseri umani.

Un reato commesso attraverso l’intelligenza artificiale (IA) si riferisce a qualsiasi crimine in cui un sistema o un’entità guidata da un’intelligenza artificiale è coinvolto nel processo di pianificazione, esecuzione o compimento di atti illegali.

Tipologie

Le tipologie di intelligenza artificiale possono essere suddivise in base alla loro funzionalità, al livello di autonomia e ad altri fattori.

  • Intelligenza Artificiale Debole o Ristretta:
    Questo tipo di intelligenza artificiale è progettato per svolgere compiti specifici o ristretti, limitati a un ambito particolare. Ad esempio, un sistema di intelligenza artificiale debole può essere progettato per il riconoscimento vocale, il riconoscimento di immagini o la previsione delle vendite.
  • Intelligenza Artificiale Forte o Generale:
    Contrariamente all’IA debole, l’intelligenza artificiale forte è in grado di eseguire qualsiasi compito intellettuale che un essere umano può fare. Questi sistemi sono in grado di apprendere, ragionare, adattarsi a nuove situazioni e risolvere una vasta gamma di problemi, senza limitazioni specifiche di dominio.
  • Apprendimento Automatico (Machine Learning):
    Il machine learning è una sottocategoria dell’intelligenza artificiale che si concentra sull’elaborazione di algoritmi e modelli statistici che consentono ai computer di apprendere dai dati senza essere esplicitamente programmati per compiti specifici. Questo include algoritmi come le reti neurali artificiali, gli alberi decisionali, le macchine a vettori di supporto e altri.
  • Apprendimento Supervisionato:
    Nel machine learning supervisionato, il sistema riceve dati di input etichettati e produce un output basato su questi dati. L’obiettivo è quello di imparare una relazione tra input e output, ad esempio, un modello per classificare le e-mail come spam o non spam.
    Apprendimento Non Supervisionato:
  • Nel machine learning non supervisionato, il sistema riceve dati di input non etichettati e cerca di trovare modelli o strutture in questi dati. Ad esempio, il clustering dei dati può essere utilizzato per raggruppare insieme punti di dati simili senza etichette di classe.
  • Apprendimento Rinforzato:
    Nel machine learning rinforzato, il sistema apprende attraverso l’interazione con un ambiente, ricevendo feedback positivo o negativo in base alle azioni intraprese. L’obiettivo è massimizzare il “ritorno” o la “ricompensa” nel tempo, ad esempio, addestrando un’IA a giocare a giochi come il Go o il poker.
  • Intelligenza Artificiale Simbolica:
    Questa tipologia di IA si basa sulla manipolazione di simboli e rappresentazioni di conoscenza, utilizzando tecniche di ragionamento logico per prendere decisioni e risolvere problemi.

Il commento di: Avv. Paolo Galdieri

L’intelligenza artificiale (IA) presenta una serie di implicazioni legali e etiche che richiedono attenzione da parte dei legislatori, degli operatori del diritto e dei regolatori. Una delle principali sfide legali legate all’IA è quella della responsabilità legale per le azioni compiute da sistemi autonomi o automatizzati. Chi è responsabile in caso di danni o lesioni causati da un’IA? È il produttore dell’IA, l’utente che lo addestra o implementa, o l’IA stessa?

L’utilizzo dell’IA spesso comporta la raccolta e l’elaborazione di grandi quantità di dati personali. È essenziale garantire che l’uso di tali dati rispetti le leggi sulla privacy e la protezione dei dati, come il GDPR nell’Unione Europea, e che vengano adottate misure adeguate per proteggere la privacy degli individui. Gli algoritmi di intelligenza artificiale possono essere soggetti a discriminazione, bias o unfairness, che possono portare a decisioni ingiuste o discriminatorie. È importante garantire che gli algoritmi siano equi e non discriminanti e che vengano adottate misure per mitigare il rischio di discriminazione algoritmica.
Le creazioni generate da sistemi di intelligenza artificiale possono sollevare questioni sulla proprietà intellettuale. Chi detiene i diritti su opere creative generate da un’IA? È il creatore originale dell’algoritmo, l’utente che lo ha addestrato o implementato, o l’IA stessa?

L’introduzione dell’IA in settori specifici, come la sanità, l’automotive, la finanza e altri, richiede l’adeguamento delle normative settoriali esistenti per affrontare le sfide e le opportunità legate all’IA in modo efficace e sicuro. L’Europa ha intrapreso diverse iniziative per fornire un quadro normativo per lo sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale. Nel 2021, la Commissione Europea ha pubblicato la Proposta di Regolamento sull’approccio europeo all’Intelligenza Artificiale (COM – 2021 – 206 final), che valuta i rischi dell’AI con l’obiettivo di salvaguardare i valori e i diritti fondamentali dei cittadini UE.

Inoltre, il Parlamento Europeo ha approvato una legge sull’intelligenza artificiale, diventando la prima istituzione al mondo a farlo. Questa legge stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale e modifica alcuni regolamenti e direttive dell’Unione. In Italia, è stato adottato il Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale – IA- 2022/2024, che è il risultato della sinergia tra vari ministeri e un gruppo di lavoro sulla Strategia nazionale per l’intelligenza artificiale.

In data 23 aprile 2024 è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo schema del disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale. Tale ddl, all’articolo 25, dispone modifiche al codice penale tra cui l’introduzione dell’articolo 612 quater c.p., riguardante l’illecita diffusione di contenuti generati o manipolati artificialmente, il quale punirebbe chiunque cagioni ad altri un danno ingiusto mediante l’invio, consegna, cessione, pubblicazione o comunque diffusione di immagini o video di persone o di cose ovvero di voci o suoni in tutto o in parte falsi, generati o manipolati mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale, atti ad indurre in inganno sulla loro genuinità o provenienza.

Inoltre, il medesimo articolo modificherebbe differenti reati (tra cui la truffa, la sostituzione di persona, l’autoriciclaggio e la frode informatica) introducendo aggravanti in caso di commissione del fatto attraverso l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale. Infine, prevederebbe l’inserimento del numero 11-decies) all’articolo 61 del codice penale, aggiungendo una circostanza aggravante comune nell’ipotesi di commissione del reato mediante l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale, quando gli stessi, per la loro natura o per le modalità di utilizzo, abbiano costituito mezzo insidioso, ovvero quando il loro impiego abbia comunque ostacolato la pubblica o la privata difesa, ovvero aggravato le conseguenze del reato.

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Cosa dicono i giudici

La giurisprudenza penale in materia di intelligenza artificiale (IA) è in continua evoluzione e varia da giurisdizione a giurisdizione.

Uno dei principali temi affrontati è se un sistema di intelligenza artificiale possa  essere considerato responsabile penalmente per le sue azioni. Questo solleva domande sulla possibilità di imputare la responsabilità penale a un’entità non umana e sulla natura dell’agire intenzionale o colposo da parte dell’IA.

Le tecnologie di intelligenza artificiale, come il riconoscimento facciale e la sorveglianza automatizzata, sollevano preoccupazioni riguardo alla violazione della privacy e ai diritti civili. La giurisprudenza sarà chiamata ad affrontare questioni relative alla legalità e all’etica dell’uso di tali tecnologie nel contesto penale.

In alcuni casi, la responsabilità penale potrebbe ricadere sui creatori o sui proprietari dei sistemi di intelligenza artificiale, specialmente se si dimostra che hanno creato o utilizzato l’IA in modo negligente o criminale.

La gestione dei dati nell’ambito dell’IA solleva questioni di sicurezza e protezione dei dati, con la giurisprudenza chiamata a valutare casi di violazioni della sicurezza informatica e di accesso non autorizzato ai dati.

Oltre alla responsabilità penale, la giurisprudenza sarà sempre più spesso chiamata ad affrontare casi di responsabilità civile derivanti da danni causati dall’uso di tecnologie di intelligenza artificiale, come incidenti stradali causati da veicoli autonomi o danni causati da errori di diagnosi medica automatizzata.

Come tutelarsi

La tutela contro potenziali rischi legati all’intelligenza artificiale (IA) può avvenire a diversi livelli, sia nell’ambito individuale che a livello sociale e legislativo.

  • Consapevolezza: È fondamentale comprendere cosa sia l’IA, come funzioni e quali siano i suoi possibili impatti sulla società e sulla vita quotidiana.
  • Educazione e formazione: Promuovere la conoscenza dell’IA può contribuire a una migliore comprensione dei suoi rischi e benefici.
  • Governance e regolamentazione: È necessario sviluppare normative e politiche pubbliche per regolare l’uso e lo sviluppo dell’IA, garantendo la trasparenza, la responsabilità e la sicurezza dei sistemi AI.
  • Privacy e sicurezza dei dati: Assicurarsi che i dati utilizzati per addestrare i modelli AI siano protetti e utilizzati in modo etico. Le organizzazioni devono implementare misure di sicurezza robuste per proteggere i dati personali e prevenire eventuali violazioni della privacy.
  • Trasparenza e accountability: Gli sviluppatori di sistemi AI dovrebbero rendere trasparenti il funzionamento e le decisioni dei propri modelli, in modo che gli utenti possano comprendere come vengono prese le decisioni e come influenzano la loro vita.
  • Monitoraggio e valutazione: È importante monitorare costantemente l’uso dell’IA e valutarne gli impatti sociali, economici ed etici. L’identificazione tempestiva di problemi o bias nei sistemi AI può consentire interventi correttivi.
  • Collaborazione internazionale: Gli sforzi per affrontare i rischi legati all’IA dovrebbero coinvolgere la collaborazione tra governi, industria, accademici e organizzazioni della società civile a livello nazionale e internazionale.
  • Sviluppo responsabile: Promuovere pratiche di sviluppo responsabili per garantire che l’IA sia utilizzata per il bene comune, rispettando i diritti umani e la dignità delle persone.

Consulenza legale Intelligenza artificiale

La consulenza legale nell’ambito dell’intelligenza artificiale (IA) è un settore in rapida crescita, poiché l’IA continua a permeare molti aspetti della nostra vita personale e professionale, presentando sfide legali uniche.

Compliance normativa: Contribuiamo a garantire che le aziende e le organizzazioni rispettino le normative e le leggi pertinenti relative all’uso e allo sviluppo dell’IA. Ciò include la conformità alla protezione dei dati personali, alla discriminazione, alla sicurezza informatica e ad altre leggi pertinenti.

Proprietà intellettuale: Aiutiamo le aziende a proteggere i loro diritti di proprietà intellettuale sui prodotti e sui servizi basati sull’IA e a risolvere eventuali controversie legali in merito alla proprietà intellettuale.

Responsabilità legale: Valutazione della normativa sulla responsabilità civile e penale di condotte correlate all’uso dell’IA e difesa, sia dalla parte della vittima che del presunto autore della condotta. Bias e discriminazione: Attraverso lavoro di analisi contribuiamo a garantire che i sistemi AI siano equi e non discriminino in base a caratteristiche protette come razza, genere o etnia. Ciò può comportare l’implementazione di politiche anti-discriminazione e la revisione dei modelli AI per identificare e mitigare eventuali bias.

Privacy e sicurezza dei dati: Contribuiamo a garantire che i dati utilizzati per addestrare i modelli AI siano raccolti, archiviati e utilizzati in conformità alle normative vigenti, come il GDPR in Europa.

Regolamentazione: Monitoriamo l’evoluzione della regolamentazione relativa all’IA in vari settori e giurisdizioni, fornendo consulenza su come le nuove leggi e i regolamenti possono influenzare le attività delle aziende e le strategie legali.

Formazione

Lo Studio di Paolo Galdieri, avvocato specialista nel settore dell’informatica, ha sviluppato corsi di formazione su misura che abbracciano sia aspetti giuridici che tecnici dell’AI. Attraverso questa formazione integrata, i partecipanti acquisiscono le competenze necessarie per navigare con sicurezza nel panorama dell’AI, una delle forze più trasformative nelle professioni legali.

Ogni corso è attentamente strutturato tenendo conto delle esigenze specifiche dei partecipanti e del contesto in cui operano, garantendo così un’applicazione diretta e immediata delle competenze acquisite. I corsi di formazione su “Intelligenza Artificiale” permettono di rimanere all’avanguardia in un campo in costante evoluzione.

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Paolo Galdieri

Avvocato penalista, Paolo Galdieri è esperto nella gestione di controversie in materia di Intelligenza artificiale.

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